Coronavirus e Moda: “The Show must go on”
Sono passate circa 3 settimane da quando il premier Giuseppe Conte ha annunciato le misure restrittive, volte a contenere la diffusione del Coronavirus, che stanno coinvolgendo tutta Italia e che hanno condotto alla chiusura di negozi e locali, ad eccezione di tutti quegli esercizi commerciali che forniscono beni essenziali e di prima necessità.
Il mondo della moda, che include brand, retailers e aziende legate al mondo del Fashion System, nonostante il lockdown, non si è voluto fermare e fin dall’inizio ha cercato di reagire con forza, rimodulando l’organizzazione del lavoro, senza abbandonare ottimismo e speranza.
Come la Moda aiuta a combattere il Coronavirus
In Italia, all’indomani della comunicazione da parte del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, della necessità di almeno 90 milioni di mascherine al mese, Confindustria Moda e Cna Federmoda non hanno esitato a sondare il terreno delle aziende di tessile per dare un fondamentale aiuto.
Le risposte e le candidature non sono mancate, con risvolti davvero inaspettati.
Il Gruppo Miroglio ed Ermanno Scervino ad esempio hanno immediatamente convertito la loro produzione per realizzare delle mascherine da donare agli ospedali
Prada e Gucci, oltre a fornire una quantità importantissima di mascherine, hanno prodotto più di 100.000 camici da donare al personale sanitario della Toscana.

Stop a tutti gli eventi (o quasi)
Nel frattempo si pensa già al futuro: se da un lato i retailers aspettano che le restrizioni vengano diminuite, per riaprire e far ripartire i consumi, dall’altro sono molti gli eventi del settore previsti per la primavera già cancellati o rimandati.
Hanno cancellato le sfilate Cruise 2021 Prada (prevista a Tokyo il 21 maggio), Gucci (a San Francisco il 18 maggio), Versace (a New York il 16 maggio), Max Mara (a San Pietroburgo il 25 maggio), Hermès (a Londra il 28 aprile), Alberta Ferretti (a Rimini il 22 maggio).
Stop anche all’evento speciale di Ralph Lauren e a tutto il calendario di Giorgio Armani e cancellazione definitiva della Paris Men’s Fashion week ( prevista tra il 23 e il 28 Giugno) e della Haute Couture 2020 ( inizialmente prevista tra il 5 e il 9 Luglio).
Da una parte quindi la temporanea necessità di contenimento e la prevenzione dei rischi, dall’altra però si sta cercando un modello più sostenibile, senza fermare un settore così trainante come quello della Moda.
Una delle soluzioni previste è lo streaming, già utilizzato durante l’ultima fashion week, nel progetto “China we are with you”, che è riuscito a raggiungere più di 25 milioni di utenti, che hanno potuto assistere alla fashion week, senza muoversi da casa.
Una opzione che, anche se utile si sa, non può sostituire del tutto il momento delle sfilate e delle settimane della Moda, che passato questo periodo difficile, torneranno a vivere lunga vita.

Prospettive timidamente positive
Dalla Cina arrivano intanto i primi deboli segnali di ripresa che ci fanno ben sperare: dopo un mese e mezzo di totale lockdown e con le restrizioni finalmente allentate, il Paese del Dragone sta dimostrando di reagire,cercando timidamente di tornare ad una vita reale.
Ed uno dei segnali è proprio il ritorno ai mall alle boutique, dopo picchi di caduta del traffico.
Questo fenomeno ha già un nome, che suona battagliero “Revenge Spending”, una ripresa agli acquisti alimentata soprattutto da un fattore psicologico e che tutti quanti non vediamo l’ora di provare sulla nostra pelle.
Speriamo bene, insomma: nel frattempo continuiamo a #stareacasa e rimanere distanti oggi, per abbracciarci con più calore domani.
Lara Romeo